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Da Centro Diurno a Hub territoriale

(e oltre)

Cosa fate per strada? Posso venire anch’io giovedì prossimo?

A Melzo, ormai da qualche tempo, con  'Melzo più pulita' e Cooperativa Sociale Insieme è nata un’attività che incrocia curiosità e proposte dei cittadini che ci incontrano per le strade. Ogni settimana infatti un gruppo di utenti del Centro Diurno Disabili, con degli operatori e dei volontari dell’associazione, si occupano della raccolta dei rifiuti nel quartiere.

In parallelo, da un po', l'associazione Campo dei Sogni entra nel Centro Diurno per farsi aiutare a pitturare degli oggetti da utilizzare nelle attività di coltivazione di cui si occupa. 
Sono alcune delle coprogettazioni a cui contribuisce DialogicaLab e che hanno un duplice obiettivo: 
✅ sviluppare competenze di cittadinanza con i frequentatori del CDD per metterle a disposizione della comunità
✅ sensibilizzare la comunità all’inclusione

Sempre più i tempi sono maturi per rendere il Centro Diurno un Hub territoriale, aperto al territorio, che mette al servizio della comunità le competenze degli utenti, connettendosi con il terzo settore e le realtà di volontariato. 

Ma, come ha ricordato in occasione della scorsa giornata internazionale della disabilità la professoressa Cecilia Maria Marchisio coordinatrice del Centro Studi Universitario per i Diritti e la Vita Indipendente, lo sguardo che ci invita a rivolgere la Convenzione ONU sui diritti per le persone con disabilità (recepita nel 2009 in Italia, ora in preparazione i decreti attuativi) è ancora a più ampia gittata. Si tratta di allontanarsi definitivamente da una visione assistenzialistica per arrivare a considerare che “il mondo è di tutti” e non diviso tra chi ha una disabilità e chi non ce l’ha.


Si sta sempre più promuovendo una diffusa coprogettazione tra cittadini, famiglie, snodi territoriali, che crei le condizioni per un progressivo smantellamento delle realtà istituzionalizzate.
Cogliamo l’occasione della giornata dei calzini spaiati, la cui ricorrenza cadrà domani, proprio per ricordarci che la diversità è un’occasione di scompigliare le righe, generando per tutti molto più colore.